Una rivoluzione culturale per fare squadra, partendo dalla formazione universitaria, contro ogni forma di violenza. Questo l’obiettivo del master di primo livello “Il Codice Rosa: un nuovo modello di intervento nella presa in carico delle vittime di violenza”, istituito in convenzione tra l’Università di Siena, l’Azienda ospedaliero-universitaria senese e l’Azienda Usl Toscana sudest. Il master, giunto alla quinta edizione e unico nell’offerta formativa universitaria, presenta la prima lezione aperta alla cittadinanza, il prossimo 18 Maggio, alle ore 10, nell’aula 6 del centro didattico dell’ospedale Santa Maria alle Scotte. Sarà presente, tra gli altri, Luciana Piras, Procuratrice Generale di Firenze.
L’obiettivo è quello di approfondire sia le tematiche relative alle violenze e ai maltrattamenti contro le donne e nei confronti delle vittime dei crimini d’odio, sia le strategie di intervento del percorso sanitario e socio-assistenziale, con un approccio gender sensitive tipico del modello Codice Rosa, e approfondimenti sulle tematiche giuridico-forensi ed epidemiologico-statistiche.
«Siena - spiega la professoressa Anna Coluccia, direttrice del Master - è stata la prima città italiana, grazie alla collaborazione tra istituzioni, ad attivare, sin dal 2018, il primo master italiano sul Codice Rosa proprio perché per agevolare il precoce riconoscimento della violenza e valutare le esigenze di tutela e protezione delle vittime è necessario assicurare omogeneità di intervento sull’intero territorio regionale. La formazione dei professionisti deve essere quindi multi professionale, interdisciplinare e continua».
Il master punta anche a evidenziare l’importanza di fare squadra tra istituzioni, Forze dell’Ordine, rete territoriale dei Servizi socio-sanitari e Rete dei Centri antiviolenza.
«Il master è aperto a tante diverse figure professionali - aggiunge Vittoria Doretti, ideatrice del Codice Rosa e responsabile di area del Master - proprio perché deve rappresentare quel cambiamento culturale necessario a contrastare ogni forma di violenza, grazie anche alla sensibilità interistituzionale e alla presenza e al dialogo continuo e fattivo con i centri antiviolenza, considerando anche che i casi di codice rosa in Toscana sono oltre 26mila. E’ importante ricordare che la violenza contro le donne e la violenza domestica – prosegue Doretti - sono vere e proprie violazioni dei diritti umani e gravi forme di discriminazione. E’ quindi fondamentale, per i professionisti chiamati ad essere parte integrante della rete clinica tempo-dipendente del codice rosa, conoscere le tecniche di ascolto e approccio alle vittime, di rilevazione e valutazione del rischio e individuazione delle misure di protezione. Il Codice Rosa – conclude Doretti - indica le modalità di accesso ed il percorso socio-sanitario, in particolare nei servizi di emergenza urgenza delle donne vittime di violenza di genere e delle vittime di violenza causata da vulnerabilità o discriminazione. Definisce anche le modalità di allerta ed attivazione dei successivi percorsi territoriali, nell’ottica di un continuum assistenziale e di presa in carico globale».