Un viaggio all'interno del Parco delle sculture ''Selva di Sogno'' di Deva Manfredo

Un viaggio all'interno del Parco delle sculture ''Selva di Sogno'' di Deva Manfredo
selva di sogno
Alla scoperta del bosco incantato tra opere antropomorfe e sculture surreali

Immerso nel cuore della Toscana, in località Cotorniano nel comune di Casole d’Elsa, affonda le sue radici un bosco incantato: è Selva di Sogno - Dream woods. Un labirinto di arte ambientale che nasce dalla vena creativa dello scultore tosco-tedesco Deva Manfredo, il quale da 42 anni realizza opere che invitano le persone a conciliarsi con la natura circostante, diventando un tutt’uno.

Il parco, aperto regolarmente da inizio marzo, si estende per 10 ettari all’interno di un fitto querceto ed accoglie al suo interno figure antropomorfe, miniature di città di antiche civiltà e mandala, opere rigorosamente realizzare con pietre naturali e materiali di recupero non lavorati. 

Abbiamo rintracciato l’artista Deva Manfredo, il quale ci ha rivelato come è nata l’idea della realizzazione del parco: “Quando sono arrivato in Toscana, insieme ad alcuni amici abbiamo coltivato dei campi. Da sempre ho una vena che va verso l’arte e dalla pulizia dei campi arati che non venivano coltivati da decenni, ho notato un potenziale e ho cominciato a giocare con le pietre. Non avevo un’idea di creare un parco di sculture, poi ho cominciato a giocare e la cosa pian pianino è andata fuori controllo”.

“Ho iniziato facendolo prima per me - ha aggiunto - non avevo intenzione di condividerla poi alcuni amici mi hanno suggerito di aprire al pubblico, così ho partecipato a qualche mostra in giro, la gente ha saputo ed ho cominciato ad offrire degli orari e la cosa è andata avanti come un fiume”.

Con l’obiettivo di essere più vicino alla natura possibile, creatività e trasmissione dei contenuti sono alla base del lavoro dello scultore. In merito ai materiali, oggi il parco presenta anche scarti di cristallerie e legno ma per la maggior parte la materia principale sono le pietre che, grazie alla creatività dell’artista, danno origine a sculture surreali enfatizzate dal contesto circostante.

Non c’è ricorso a collanti, tranne per alcune eccezioni, come, ad esempio, per la scultura “condomino delle beghe”, un’opera con 200 facce di pietra ed occhi che vanno incollati per rendere il concetto più chiaro. Il consiglio per chi sceglie di intraprendere l’itinerario è di goderselo con calma, almeno due ore o anche più e perdersi all’interno del bosco, fra laghetti con le ninfee in estate, un grandioso panorama e volendo, sperimentando anche la propria creatività in uno spazio appositamente adibito al ‘’gioco’’.

“In tedesco abbiamo una parola “Wundertüte”, una bustina della meraviglia, ecco io prendo il mondo così. Giro il mondo e trovo rarissime cose, colori e forme e le combino solo con l’equilibrio della gravità, per cui non fisso nulla. Alla fine è la meraviglia del mondo che presento in tutte le sue forme”.

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