Sono stati pubblicati i dati del Ministero degli Interni sugli sfratti emessi nel 2022, in provincia di Siena le richieste di esecuzione presentate all’Ufficiale giudiziario sono state 338 (+148,5 %), gli sfratti eseguiti 110 (+161,9 %).
“Si tratta prevalentemente di sfratti per morosità incolpevole, ciò mostra l’aggravarsi del disagio abitativo e la difficoltà che sempre più famiglie in affitto hanno nel pagare il canone - spiegano CGIL e SUNIA - situazione aggravata dall’aumento dei costi energetici e dall’inflazione. A ciò si aggiunge il fatto che il Governo Meloni non ha rifinanziato né il Fondo per l’affitto né il Fondo per la morosità incolpevole, oltre ad aver tagliato il reddito di cittadinanza che prevedeva una quota per pagare il canone di locazione”.
“Non serve solo il ripristino e l’incremento dei fondi tagliati, ma è chiara la necessità di un nuovo piano casa che incrementi l’edilizia residenziale pubblica commisurata ai bisogni reali dei cittadini - proseguono i sindacati - anche nella nostra provincia c’è una ristretta dimensione del patrimonio in affitto privato a costi commisurati ai redditi e l’offerta residenziale pubblica è insufficiente a coprire le condizioni di difficoltà di molte famiglie. A livello locale è necessario un osservatorio sulle politiche abitative che non solo monitori il problema ma che preveda strategie per contrastarlo, come la ricerca di contenitori vuoti da poter ristrutturare e destinare ad edilizia popolare e di alloggi volano ad esempio per il passaggio da casa a casa al momento dello sfratto o per lavori di manutenzione sugli edifici e la creazione di Agenzie per la casa per mettere in contatto domanda e offerta (proprietari e inquilini) e incentivare opere di riqualificazione dello stock abitativo destinato agli affitti”.
“Occorre una politica che agisca sia a livello centrale che locale, e che consideri la casa come infrastruttura sociale indispensabile - aggiungono CGIL e SUNIA - per questo il servizio abitativo destinato ai cittadini che si trovano in una situazione di disagio economico deve essere parte dei Livelli essenziali delle prestazioni (LEP), da garantire su tutto il territorio nazionale. Le priorità sono rifinanziare il Fondo di sostegno per l’affitto e il Fondo per la morosità incolpevole per un valore di almeno 900 milioni di euro; incrementare l’offerta di edilizia residenziale pubblica di 600 mila unità e integrarla con quote di Edilizia residenziale sociale (ERS); realizzare residenze universitarie pubbliche nell’ambito del diritto allo studio e incrementare il Fondo per gli studenti fuori sede che ad oggi dispone di soli 4 mln di euro per il 2023; rivedere il regime fiscale legato alle locazioni per incentivare al massimo il canone concordato”.
“È necessaria - concludono i sindacati - una strategia complessiva per affrontare con determinazione, e con risorse adeguate, una vera e propria emergenza che, aggravata dal caro vita, dal sempre maggiore impoverimento e dall’aumento delle diseguaglianze, ha dimensioni sempre più preoccupanti per la tenuta sociale del Paese”.