Siena, Confronti: ''Non addossare a Ferretti la sconfitta. Chiedere il conto ad Enrico Letta''

Siena, Confronti: ''Non addossare a Ferretti la sconfitta. Chiedere il conto ad Enrico Letta''
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Confronti: ''Il disastro elettorale del PD ha un nome e cognome precisi: Enrico Letta''

Un intervento dell'Associazione Confronti: "Confronti ha sostenuto al primo turno l’innovativa proposta di Emanuele Montomoli. Al ballottaggio ha deciso di sostenere Anna Ferretti, convinti dal suo impegno per la salvaguardia della funzione di formazione e ricerca per il policlinico universitario, per noi messa a rischio dall’indirizzo regionale.

“Un pubblico impegno, il nostro, che rivendichiamo. E a cui vogliamo aggiungere il nostro giudizio negativo sulle troppe interpretazioni che vorrebbero addossare ad Anna Ferretti (che ha preso suppergiù gli stessi voti di Valentini nel 2018) le responsabilità della sconfitta. Ovviamente di quella che ha dato Stefano Scaramelli non ci curiamo, volendoci attenere alle cose vere e concrete. Crediamo di averne il diritto: molti di noi, infatti, sono stati fondatori del Partito Democratico. E non gioiscono nel vedere la lettura che della più grande novità politica del ventunesimo secolo - reale atto di generosità - si è voluto dare con l’elezione a segretario di Elly Schlein. Certamente il disastroso risultato dei democratici non è imputabile a lei che si è trovata in un campo minato senza rendersene conto. Il disastro elettorale del PD ha un nome e cognome precisi: “ENRICO LETTA”.”

“Che dopo aver costruito il sostegno politico al Governo Draghi ha inspiegabilmente rifuggito ogni dimensione riformista ed europea del progetto Dem (DNA del partito) per abbracciare una inconcludente caccia all’uomo nero (anzi, alla donna nera) e lasciare che si costruisse una scalata dall’esterno concretizzata nell’attuale segreteria. Senza preoccuparsi del vero obiettivo che dovrebbero avere i Democratici: ricostruire la base elettorale dei 12 milioni di voti dati a Veltroni nel 2008, più che gli 11,2 milioni consegnati a Renzi nel 2014. Molti finiti alla Meloni, piuttosto che a Giuseppe Conte”.

“Al tempo dei suoi primi impegni di Governo, il giovane Enrico Letta si era definito un “tecnico prestato alla politica”: un quarto di secolo dopo, questo suo impegno da segretario del PD è stato, ancora una volta, un prestito. Purtroppo, per chi crede nelle ragioni originarie del Partito Democratico, un prestito non fruttifero!”.

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