La Cattedrale di Siena scopre il suo magnifico pavimento a commesso marmoreo, frutto di cinquecento anni di espressione artistica, un viaggio simbolico alla ricerca dei più alti valori dello spirito umano. Risultato di un complesso programma iconografico, è stato realizzato attraverso i secoli, a partire dal Trecento fino all’Ottocento, tarsia dopo tarsia, i cui cartoni preparatori sono stati disegnati da artisti, quasi tutti “senesi”, fra cui il Sassetta, Domenico di Bartolo, Matteo di Giovanni, Domenico Beccafumi, oltre che dal pittore umbro Pinturicchio, autore del celebre riquadro con il Monte della Sapienza, raffigurazione della via verso la Virtù come raggiungimento della serenità interiore. Come osserva il prof. Giovanni Minnucci, Rettore dell’Opera della Metropolitana di Siena, “la visione complessiva delle cinquantasei tarsie del pavimento può rappresentare un momento di personale e silenziosa riflessione, dimentichi, almeno momentaneamente, delle nostre corse affannose e delle nostre quotidiane preoccupazioni, alla ricerca proficua del senso che ciascuno di noi intende dare alla propria vita”. Il prezioso tappeto di marmi policromi è infatti straordinario, unico, non solo per la tecnica utilizzata, ma anche per il messaggio delle figurazioni, un invito costante alla sapienza, a partire dalle navate con i protagonisti del mondo antico, scarmigliate sibille e autorevoli filosofi, fino ai soggetti biblici sotto la cupola, nel presbiterio e nel transetto.
Si tratta di Un libro di marmo che richiama il titolo del volume di Marilena Caciorgna, catalogo ufficiale dei diversi riquadri, recentemente apparso per i tipi di Sillabe, in cui si affrontano non solo gli aspetti storico-artistici, ma si esaminano anche le tematiche e le numerose iscrizioni a corredo delle tarsie, cogliendone il significato più profondo, quello di un cammino di sapienza e di fede, di un’esperienza interiore senza pari. Il Pavimento del Duomo di Siena, come ricaviamo dal testo introduttivo dell’autrice, non suscita difatti un’impressione soltanto estetica, ma è un libro di marmo da leggere in chiave spirituale: il Duomo come un libro aperto. Il percorso si apre con l’iscrizione d’ingresso, davanti al portale centrale, un invito a entrare “castamente” nel Virginis templum, la casa di Maria, testimonianza del forte legame che i cittadini senesi hanno da secoli con la loro ‘patrona’: Sena vetus civitas Virginis. La Madonna si definisce anche come Sedes Sapientiae, sede di Sapienza e, subito dopo, la scritta è seguita dalla celebre tarsia con l’Ermete Trismegisto, il sapiente egiziano, il primo grande teologo dell’antichità. Seguono filosofi come Socrate e Cratete nella tarsia del Pinturicchio, Epitteto, Aristotele, Seneca ed Euripide che corredano la Ruota della Fortuna e invitano al distacco dai beni terreni, futili, anzi ingombranti per dedicarsi al pensiero filosofico. Si passa dunque all’itinerario biblico in cui Domenico Beccafumi, rispetto agli artisti delle precedenti generazioni, si avvale di nuovi modi stilistici rinnovando la tecnica del commesso marmoreo. L’artista invece di utilizzare pietre di vario colore accosta marmi di sfumature diverse rispetto alla tinta di base. Attraverso le gradazioni tonali del grigio-verde, Beccafumi riesce così a ottenere risultati sorprendenti di chiaro-scuro, in cui luci e ombre delineano le figure con una tale abilità artistica, da sembrare capolavori realizzati con la tecnica silografica o pitture monocrome.
In occasione della scopertura i visitatori avranno inoltre l’opportunità di “deambulare” intorno al coro e all’abside dove si conservano le tarsie lignee di Fra Giovanni da Verona, eseguite con una tecnica simile a quella del commesso marmoreo, con legni di diversi colori, raffiguranti vedute urbane, paesaggi e nature morte, armadi che mostrano gli scaffali interni con oggetti liturgici resi con abilità prospettica. L’itinerario completo OpaSiPass consente, oltre la visita del Pavimento in Cattedrale, quella al Museo dell’Opera in cui si potranno ammirare, nella Sala delle Statue, i mosaici con i simboli delle città alleate di Siena e le tarsie originali di Antonio Federighi con le Sette età dell’Uomo. Nella Sala dei Cartoni, il cui ingresso fiancheggia la magnifica Maestà di Duccio, è visibile la celebre pianta del Pavimento del Duomo delineata da Giovanni Paciarelli nel 1884, che permette di avere un quadro d’insieme delle tarsie e del percorso che, dall’ingresso, conduce fino all’altar maggiore. La pianta si deve alla collaborazione del Rettore, Ferdinando Rubini con Paolo Lombardi che ebbe a fotografare i cartoni che riproducevano il pavimento. Nel 1887 la riproduzione in tavole platinotipiche fu esposta da Lombardi, che aveva il suo studio alla Costarella, alla prima Esposizione Fotografica di Firenze.
La scopertura è stata promossa dall’Opera della Metropolitana ed è organizzata da Opera Laboratori. Tra i servizi offerti saranno inoltre disponibili visite guidate in cui professionisti del settore, in varie lingue, condurranno i visitatori alla scoperta di questo straordinario capolavoro. Il Catalogo, in italiano ed inglese, è edito da Sillabe.
foto credit: opera laboratori