“Giornate frenetiche ma ricche di spunti e di rinnovata sinergia: questa una sintesi di alcuni degli incontri che come candidata al Consiglio Comunale nella lista Destinazione Terzo Polo a sostegno di Massimo Castagnini ho tenuto in questi giorni", inizia così l'intevrneto della candidata Letizia Pini.
“Personalmente ho infatti preferito richiedere la disponibilità di Massimo Castagnini a degli incontri tematici dove realtà del settore potessero incontrarlo, conoscerlo e confrontarsi - prosegue la candidata - sempre presente, sempre umilmente puntuale e a disposizione con una veridicità che fa dell'uomo quel personaggio ben conosciuto in città sia per le sue doti manageriali che di uomo di contrada".
“Ma al momento per tutti noi è un candidato a sindaco della nostra città su cui abbiamo riposto la nostra fiducia per intraprendere, e in alcuni casi continuare, un percorso che accompagni tutti noi - sia chi lo sostiene sia chi no, perché dopo il primo cittadino sarà il primo cittadino di tutti nessuno escluso - in un futuro-presente fuori dall'impasse in cui ci troviamo: un rischio palese di sprofondare invece che di avanzare. E a lui ci stiamo affidando per un percorso che riporti Siena dove merita stare”.
"Con questa convinzione di percorso di crescita, volentieri abbiamo accolto il suo motto: "chi vuole fare vada, chi non vuole fare, mandi" intendendo con ciò di muoversi e andare in prima persona a rendersi conto della città, delle sue parti, delle sue realtà, dei suoi abitanti così diversi da qualche tempo fa, con aspettative differenti e diversificate, con un retaggio e una storia identitaria importanti ma con la voglia sacrosanta di tornare a dei fasti che gli sono propri".
“Insieme con altri candidati della Lista Destinazione TerzoPolo abbiamo così invitato Massimo Castagnini ad incontrare alcune realtà che volevano raccontare la propria storia, le criticità incontrate e fare delle proposte: non chiedere come molti finora hanno fatto e sono ancora soliti fare. Quel tempo è finito da molto. Invece un confronto diretto in cui conoscersi e in un dialogo costruttivo esprimere quello che dalla loro personale visione è mancato, o invece funziona - perché qualche volta funziona anche! -, cosa potrebbe andare meglio cosa in effetti non vada affatto”.
“Realtà imprenditoriali, femminili e non hanno illustrato quelle difficoltà quotidiane di sopravvivenza e di futuro che esistono e a cui non sempre viene risposto ma che nonostante tutto vanno avanti grazie alla competenza e capacità proprie di andare oltre agli ostacoli che proprio chi ti dovrebbe aiutare invece di pone. Dall’IA, al mondo scientifico, alla sanità, alle scuole di lingue, al commercio, alla cultura, dai grandi eventi, al turismo, alle libere professioni”.
“I campi che abbiamo toccato sono molti e sono stati presentati in modo diverso e alternativo, non per questo meno incisivo. Perché sotto la superficiale patina più o meno dorata ci sono molte altre realtà che operano bene e a favore di tutti, senza gloria, spesso purtroppo con troppi ostacoli e nessuna collaborazione da chi invece dovrebbe essere parte della soluzione e non divenire parte integrante del problema”.
“Molti i temi portanti che sono già parte fondamentale del suo programma: giovani, donne, bambini, lavoro, accoglienza, volontariato, viabilità, infrastrutture, università e collaborazione, sport disabilità studenti, commercio, anziani, sanità, ricerca. Cultura, formazione, scuole. Tutti grandi temi che molto spesso sono integrati tra loro che invece al momento sembrano viaggiare su binari paralleli”.
“L'accoglienza degli studenti fuori sede ma anche dei tanti lavoratori che scelgono la nostra città per il buon vivere, il mondo del volontariato e della disabilità che troppo spesso rimane confinato nei propri spazi senza una vera e propria inclusione pur svolgendo un compito importante in seno alla società. Dobbiamo abbracciare una visione di futuro che prenda spunto dalle nostre radici senza cancellarle né dimenticare, consapevoli gli errori commessi ma ripartendo facendosi forte di quello che comunque abbiamo da dare con la nostra unicità”.
“Abbiamo toccato i temi dell'integrazione e dell'accoglienza, non solo dei migranti e dei turisti, ma dei tanti lavoratori che hanno scelto la nostra città per venire a vivere con le loro famiglie per mettere su famiglia - prosegue Letizia Pini - abbiamo parlato dei servizi che mancano e alla mancanza di visione di essere parte di un mondo nuovo in cui essere presente a pieno titolo senza mai dimenticare le proprie origini e tradizioni”.
“Si è parlato di sport e delle tante società sportive che fungono un ruolo fondamentale per le famiglie per i giovani, oltre alle discipline da loro rappresentate: un veicolo di buona salute che si riflette sulla società e i costi stessi di questa anche laddove l'amministrazione non ha competenze dirette ma dove può far molto attraverso impianti sportivi, competenze da mettere in campi per servizi e collaborazione tra i vari enti pubblici e privati senza escludere né marginalizzare come purtroppo finora è stato fatto negli anni”.
“Si è parlato, di formazione, di studenti e sbocchi professionali, di percorsi di avvicinamento al lavoro e di un proficuo dialogo tra scuole, università ed enti pubblici e privati che faciliti non solo il percorso di crescita dei giovani ma renda attrattivo il territorio per poter permettere ad una società che sta invecchiando senza opportuno ricambio, il ritorno dei tanti giovani che vanno all'estero per fare esperienza sapendo di poter tornare trovando un luogo adatto alle loro capacità e prospettive”.
“Si è parlato di accoglienza e vita dei tanti studenti fuori sede che sono parte integrante della nostra società con tutte le problematiche annesse di alloggio, costi elevati assenza di servizi, ma anche la possibilità di rimanere e crescere, metter su famiglia - aggiunge - si è parlato di turismo, quello di qualità che permetta un solo un mordi e fuggi e un suo sconsiderato consumo del nostro territorio ma che consenta il corretto fruire della città culla di arte, bellezza, cultura e benessere in ogni suo aspetto che con il suo territorio Siena è in grado di offrire”.
“Si è parlato di servizi e infrastrutture, da vedere zona per zona e non solo per il collegamento della città al resto del mondo, perché solo con territori funzionali la cittadinanza può sentirsi sicura e agevolata nel vivere la periferia come il centro storico. Si è parlato di traffico, strade, manutenzione, zone verdi, attività per i più piccoli”.
“Si è parlato di mettere a frutto, non sfruttare, si è parlato di costruire, non vie preferenziali, si è parlato di dare precedenza alle competenze che ci sono senza favoritismi o poltronifici. Si è parlato di collaborazione, di rete e di abbattere quelle barriere non solo architettoniche che sembrano purtroppo ancora dividere i tanti mondi che vivono la nostra città che sta perdendo numeri pur restando nelle classifiche come uni dei migliori posti dove vivere”.
“Si è parlato di sociale, di volontariato, di disabilità: fuori dagli schemi e dai soliti nomi. Perché non devono esserci ghetti nè luoghi precostituiti. Una società evoluta che vuole crescere deve essere inclusiva avere servizi e essere in grado di poter operare per tutti non con percorsi obbligati per quanto validi per qualcuno il più delle volte non sufficienti e adatti ad altri”.
“Si è parlato di benessere e del grande lavoro svolto dal mondo del volontariato con tutte le sue innumerevoli sfaccettature che come sempre nel nostro paese, ma nella nostra città in particolare, svolge un ruolo fondamentale. A e tal proposito una delle realtà incontrate, Siena Cuore ODv detentrice del titolo Progetto Vita Siena ha lanciato la proposta di dotare le macchine della polizia di DAE con percorsi di formazione e da estendere a livello regionale dove Siena potrebbe esser capofila”.
“Altre proposte, ce ne sono molte sul tavolo, pronte ad essere abbracciate e in gradi di fare la differenza. Ma soprattutto, e qui sta la differenza, proposte che non sono a favore del singolo o di pochi, ma della collettività”.
“Insomma, tanti temi, tante cose che dal generale però devono andare al particolare. E come Massimo Castagnini in ogni incontro ha tenuto a ribadire il suo motto è ‘Oltre’, beh, noi lo abbiamo preso in parola e ogni singola realtà che spesso non ha avuto finora il necessario spazio ha trovato in lui una sponda con cui interfacciarsi senza proclami, senza promesse, senza richieste ma un confronto aperto e franco dove le divergenze sono i punti di vista, e di forza, da considerare per la visione d’insieme”.
“Come candidata al Consiglio Comunale nella lista Destinazione Terzo Polo - conconlude - parto da quei principi di democrazia, liberismo e riformismo che collegano un progetto locale al resto del paese e alle persone in grado di potere fare la differenza portando la grande ricchezza che tutti noi abbiamo in eredità: perché la senesità, anche acquisita, è un plus che il resto del mondo ci invidia, al pari del nostro cibo, della nostra cultura, del Palio e della nostra arte”.