“C’è grande preoccupazione da parte dei cittadini sulla ripresa quotidiana dell’attività del tempio crematorio al cimitero del Laterino. Un timore per la salute e per l’ambiente di cui il Comune non si è mai fatto carico né con la giunta Valentini né tanto meno con De Mossi e che è stato negli ultimi due anni sollevato anche da comitati, associazioni ambientaliste, docenti universitari”. Con queste parole Fabio Pacciani riporta al centro dell’attenzione il tempio crematorio al Laterino.
Il Forno crematorio, frutto di scelte sbagliate del centrosinistra e centrodestra. “La vicenda del tempio crematorio - spiega Pacciani - è purtroppo figlia di scelte sbagliate, non condivise e fatte dalla politica miope e muscolare che prima con il centrosinistra di Valentini ha individuato un luogo sbagliato e poi con la giunta De Mossi e tutto il centrodestra, compreso Fratelli d’Italia, non solo non ha cambiato la locazione ma ha approvato un progetto definitivo con il raddoppio delle cremazioni dato in gestione a un privato. Scelte imposte alla comunità, senza una condivisione e senza farsi carico delle preoccupazioni reali sulle ricadute che avrebbero avuto le emissioni sull’aria in un’area come quelle di San Marco dove ci sono abitazioni, Università, scuole, alberghi, orti, aree verdi e zone ricreative delle Contrade. Quelle preoccupazioni sappiamo bene, come hanno dimostrato i controlli di Arpat erano legittime. Nel mese di gennaio, infatti Arpat ha ordinato la sospensione dell’attività per superamento dei limiti di emissioni di diossine, dibenzofurani e polveri. Da metà febbraio l’attività del forno è ripresa normalmente con il via libera di Arpat”.
Il mio impegno se sarà sindaco sul Forno crematorio. “Io e il Polo Civico da mesi ci stiamo informando e occupando della questione, partendo da un principio irrinunciabile: il Comune deve essere il massimo garante della salute pubblica. Per questo se sarò eletto sindaco chiederò che il Comune costituisca subito una Commissione comunale speciale sul tema che coinvolga Ausl, Università, Arpat e Comitato dei cittadini per fare un monitoraggio pubblico con centraline fisse ogni tre mesi, su dati mensili e h24 sulle emissioni in aria e sul terreno di sostanze pericolose come diossine e metalli pesanti dal Forno crematorio. Per valutare il reale impatto delle emissioni e tutelare la comunità è necessario che lo studio sia effettuato da terzi e non dalla ditta privata che ha in gestione l’impianto. Non si possono demandare ai privati le questioni sulla salute, la sostenibilità e sull’ambiente. Il Comune ha l’obbligo di farsi carico delle preoccupazioni dei cittadini, informando, verificando e dando la possibilità alla comunità di accedere, con trasparenza, ai dati su emissioni e qualità dell’aria”.