"Il Cohousing rappresenta una sfida possibile per la nostra città", ha dichiarato Cappelli. "Si tratta di una forma di sostegno domiciliare che comporta benefici tangibili, come l'aumento della qualità della vita, migliori prestazioni delle abilità di vita indipendente, decremento dei tassi di ospedalizzazione e minori costi di gestione".
Cappelli ha spiegato che il Cohousing si realizza in appartamenti di proprietà comunale o in abitazioni private, ove un gruppo ristretto di utenti compatibili per patologia o fragilità condivide spazi e attività, supervisionati da personale qualificato con la regia dei Servizi Pubblici. "Si tratta di esperienze già note in Europa a partire dagli anni '60 ma ancora oggi, purtroppo, limitate nella realtà italiana, soprattutto in quella locale", ha aggiunto.
Secondo Cappelli, il Cohousing non riguarda solo una soluzione all’emergenza abitativa, ma anche un aiuto a programmare un “Progetto di Vita”, offrendo l’opportunità di percorrere nuove opportunità in un contesto ancora “tutelato”.
"Il percorso mira al raggiungimento delle autonomie, in un’ottica di recupero di una vita indipendente", ha sottolineato.
Cappelli ha inoltre spiegato che il progetto di Cohousing dovrebbe occupare un tempo massimo di due anni e rappresentare un percorso per un rientro nel nucleo familiare d'origine, se possibile, oppure l'inizio di una vera e propria vita indipendente.
Infine, Cappelli ha sottolineato l'ambiziosa sfida di sviluppare nella nostra città esperienze di "Cohousing intergenerazionale", esperienze già ampiamente praticate nel Nord Italia e in Europa. "Si tratta di esperienze di coabitazione in cui giovani e anziani condividono spazi e tempi, dimostrando la forza di una visione che si basa sul mutuo aiuto e sulla valorizzazione delle risorse di ciascuno", ha spiegato. "Il valore aggiunto di questa scelta abitativa è il capitale sociale, ovvero tutti quegli aspetti della vita sociale che mettono i partecipanti nella condizione di agire insieme in modo più efficace, raggiungendo così obiettivi comuni".
Concludendo, Valentina Cappelli ha auspicato che il Cohousing diventi una soluzione concreta per la nostra città, migliorando la vita delle persone fragili e valorizzando le risorse della comunità.