Alla scoperta dei segreti di Siena tra luoghi leggendari e storie antiche

Alla scoperta dei segreti di Siena tra luoghi leggendari e storie antiche
Siena Segreta
Alcune curiosità sulle leggende della città del Palio

Nel cuore della Toscana raccolta in una cinta muraria si erge Siena, un gioiello medievale perfettamente conservato. Il suo centro storico regala splendidi scorci su vicoletti nei quali è piacevole perdersi, scalinate ripide che portano a viste incredibili ed un patrimonio artistico da fare invidia. Tuttavia, Siena è anche avvolta da un alone di mistero legato ad antiche leggende poco conosciute che rendono la città del palio ancora più intrigante. Diversi sono, infatti, gli indizi sparsi per il centro storico che celano antichi segreti tutti da scoprire.

Quando si arriva a Siena e ci si incammina per le vie del centro la prima domanda che sorge spontanea è “Perché la lupa romana è rappresentata a Siena?”. Questo perché in alcuni punti della città si ergono delle colonne con sopra la lupa che allatta i gemelli Romolo e Remo. La rappresentazione di un simbolo legato alla città di Roma e trapiantato a Siena è giustificata da un’affascinante leggenda, conosciuta sin dall’epoca medievale, che vede come protagonisti i figli di Remo, Senio e Ascanio. A seguito del fratricidio che inaugurò, secondo il mito, la storia di Roma, Romolo dettato dalla sete di potere per il dominio della stessa pianificò l’uccisione dei nipoti. Senio e Ascanio per scampare all’ira dello zio pianificarono di fuggire dalla città capitolina portando con sé la lupa. Leggenda vuole che, arrivati sulle colline toscane, Senio abbia fondato Siena e Ascanio il borgo di Asciano.

Addentrandosi nel cuore della città si scopre che Siena è un vero e proprio vaso di pandora di racconti sconcertanti come, ad esempio, quello del famoso fiume fantasma La Diana, mai trovato dai senesi. Siena non è bagnata da alcun fiume e l’acqua arrivava alla cittadinanza attraverso una rete di acquedotti sotterranei, chiamati bottini, oggi visitabili. Leggenda vuole che nel silenzio si avvertisse il fruscio dello scorrere dell’acqua. La città sospettando che il fiume scorresse sotto Siena avviò le ricerche, provando a tracciare percorsi senza però trovare ottenere risultati. A questa leggenda, però, ve ne è connessa un’altra. Si narra che, nel periodo in cui venivano costruiti i cunicoli dei famosi bottini, gli operai incaricati di scavare, detti “guerchi”, fuggissero dagli stessi perché spaventati per aver visto delle strane creature emergere dalle viscere della terra. Gli esseri che si annidavano nel buio dei bottini erano gli omiccioli, allegri folletti, e i fuggisoli esserini cattivi che apparivano come lampi prima di scomparire nel buio. Per spiegare questi comportamenti si diceva che il compenso dei guerchi fosse in vino e di conseguenza le apparizioni erano dovute sommato agli effetti dell'alcool.

Dirigendosi verso Piazza del Duomo e percorrendo al lato del Battistero la ripida scalinata in marmo bianco sarà possibile trovare un altro indizio di una lontana storia. Inciso su un gradino in cima alla scalinata vi è una croce nera che segna il punto esatto di un clamoroso incidente, quello di Santa Caterina. Si dice, infatti, che quest’ultima sarebbe caduta spinta dal diavolo, perdendo i denti incisivi. In realtà, se ciò avvenne non fu su questi gradini poiché le scale furono costruite quando la Santa era ormai morta da diverso tempo.

Ma i segreti non finiscono qui. Dirigendosi verso Piazza del Mercato e passando per Via dei Malcontenti sarà possibile inoltrarsi in un’altra storia tenebrosa che riguarda la Valle di Porta Giustizia, soprannominata “La valle della morte”. Il comune, dalla metà del Trecento, aveva le sue prigioni proprio in Piazza del Mercato e i condannati a morte, dopo aver percorso via dei Malcontenti e superato Porta Giustizia giungevano alle Forche, luogo dove avveniva l’impiccagione. Parte dei condannati veniva gettata nel ‘carnaio degli impiccati’, un luogo nel quale si credeva dimorasse un vampiro. Le sue apparizioni vengono fatte risalire al lontano Ottocento e si racconta che questo vampiro in realtà fosse lo spirito di un condannato a morte, ovvero Niccolò di Tuldo, decapitato al cospetto di Santa Caterina. La valle ora prende il nome di Orto dei Pecci.

Un altro segreto conosciuto da pochi e che Siena custodisce si trova nei pressi di Piazza del Duomo e riguarda il rigolo di pietre bianche che separa la Cattedrale dal Santa Maria della Scala. Quel ‘selciato’ ha un’origine antica e fungeva da linea di demarcazione fra due spazi nei quali avevano diritto di sepoltura sia l’Ospedale Santa Maria della Scala e sia la Cattedrale.

Questo perché, prima che venisse ideato il cimitero come lo intendiamo oggi, i morti veniva sepolti o presso una Chiesa o presso un ente religioso e ciò significava ricevere degli introiti. Nel Trecento per questo motivo insorse una disputa fra i canonici del Duomo e i frati dell’ospedale.  Per risolvere questa controversia nel 1378 fu stabilito di tracciare, appunto, un "rigolo" di pietre bianche per delimitare le rispettive pertinenze.

Insomma, Siena è ricca di spunti per trascorrere una giornata all’insegna delle bellezze del suo patrimonio artistico ma anche di angoli misteriosi in cui addentrarsi per una visita diversa dal solito.

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