Al Santa Maria della Scala una mostra che racconta l’amicizia e il filo rosso che lega le due figure di spicco del secolo scorso nella letteratura e nelle arti visive. L’omaggio nel centenario della nascita nei luoghi dove lo scrittore scomparve nel 1985.
Una mostra dedicata all’amicizia e al legame artistico tra Italo Calvino e Fausto Melotti. Il grande scrittore e il maestro della scultura italiana sono al centro dell’omaggio che la Fondazione Antico Ospedale Santa Maria della Scala tributa a Calvino nel centenario della nascita: quei luoghi dove lo scrittore scomparve nel settembre 1985 ospiteranno infatti “Fausto Melotti. In leggerezza.
Un omaggio a Italo Calvino”, un percorso espositivo in cui sarà possibile scoprire, ad esempio, il filo rosso che lega le Città invisibili di Calvino alle sculture astratte di Melotti.
La mostra, curata da Michelina Eremita e voluta dalla Fondazione Antico Ospedale Santa Maria della Scala con il supporto della Fondazione Fausto Melotti di Milano, è stata presentata oggi, 6 dicembre, e sarà visitabile dal 7 Dicembre 2023 al 7 Aprile 2024 al Sesto Livello del complesso museale.
“Questa mostra valorizza l’affinità culturale ed estetica di Calvino e Melotti, due amici e indiscussi protagonisti della scena artistica e culturale nazionale e internazionale, entrambi noti per gli equilibri all’apparenza impossibili” - ha esordito Lucia Cresti, presidente della Fondazione Antico Ospedale Santa Maria della Scala, aggiungendo - attraverso questa mostra vogliamo inoltre tributare omaggio a Calvino che proprio in questi luoghi dopo una breve degenza scomparve nel settembre 1985”.
“Suscita forte emozione pensare Calvino circondato dalle scene degli affreschi del Pellegrinaio del Santa Maria della Scala, perso in un sonno senza risveglio - ha commentato Chiara Valdambrini, direttrice della Fondazione Antico Ospedale Santa Maria della Scala - si dice che sui tetti di Siena volasse una coloratissima mongolfiera - ha proseguito - ed è inevitabile pensare a Cosimo di Rondò che per sfuggire a una punizione ebbe a rifugiarsi su un albero e proprio lì volle restare per osservare dall’alto quanto accadesse sulla terra, finché, in punto di morte, pensò bene di aggrapparsi alla fune di una mongolfiera e scomparire attraversando il mare. Qualcosa di molto simile accadde a Siena il 19 Settembre del 1985 e il luogo che fece da ponte verso l'infinito di uno dei grandi maestri della letteratura del '900, non poteva non ricordarsi di lui in questo anno così significativo”.
“Da qui la suggestione Melotti, con l'intento di andare nel profondo, nelle viscere di una corrispondenza di metafisici sensi che in questa terra trovarono traduzione, nei testi dell'uno, nelle opere dell'altro. Non ci resta che viaggiare in questi mondi che hanno cercato di trovare ulteriore simbiosi nella mostra curata da Michelina Eremita - ha proseguito Valdambrini, passando la parola alla curatrice - il legame con Calvino consente di avere a Siena, in occasione dell’omaggio reso allo scrittore, uno dei protagonisti della scena artistica nazionale ed internazionale del secolo scorso”, ha spiegato Michelina Eremita, che ha poi posto l’accento sull’artista in mostra: “L’opera di Melotti è la sintesi assoluta della sua ricca e poliedrica formazione, oltre che artista era ingegnere, musicista e poeta. L’impronta più profonda nell’arte italiana la troviamo nell’astrattismo in quanto è stato il primo scultore astratto in Italia. In seguito il suo linguaggio formale si è diluito in fraseggi dal richiamo musicale che diventano poesie impresse nell’aria”, ha concluso la curatrice. “Una mostra puntuale ed efficace nel sottolineare il genio e il legame di due dei più grandi visionari nel campo della letteratura e delle arti visive che l’Italia abbia avuto nel secolo scorso”, ha sottolineato Edoardo Gnemmi, direttore artistico della Fondazione Fausto Melotti.
Il rapporto tra Fausto Melotti (Rovereto 1901- Milano 1986) e Italo Calvino (Santiago de Las Vegas de La Habana,1923 - Siena, 1985) è stato intenso e ricco di scambi reciproci, sia intellettuali che umani, accennati da Italo Calvino nelle pagine de Le Città Invisibili: “C’è stato un momento in cui dopo aver conosciuto lo scultore Fausto Melotti, uno dei primi astrattisti italiani, (…) mi veniva da scrivere città sottili come le sue sculture: città sui trampoli, città a ragnatela”.
La mostra in particolare fa riferimento alle opere diventate immagine dei libri di Calvino per la riedizione dei suoi scritti nella collana Oscar Mondadori, avvenuta negli anni 2000.
Il percorso espositivo si snoda tra 22 sculture di varie dimensioni e molti disegni, abbracciando un periodo che va dal 1935 al 1985. Le sculture come Costante uomo del 1936, Il viaggio (1961) e Contrappunto libero (1972) paleseranno plasticamente le parole di Italo Calvino, ma nel contempo renderanno omaggio a Fausto Melotti, uno degli artisti più importanti del Novecento, connotato dalla imponderabile leggerezza, base della sua ricerca artistica.
La fantasia è un posto dove ci piove dentro (Italo Calvino).
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